Ora è mia!
Nel mio attuale girone dantesco succedono cose impensabili, cose alle quali voi mi avevate preparata con i vostri racconti, altre invece inimmaginabili.
Oggi vi racconto di una soddisfazione appartenente alla categoria piccole torture comuni.
Premessa: negozio dell'usato no profit che raccoglie fondi per i poveri a noto nome.
Entrano 4 clienti che sembrano 4 gemelle, al primo giro chiedono lo sconto su set da caffè. Essendo molto bello e temendo possa rompersi in negozio decidi di applicare uno sconto di 5€ ( era già regalato a prezzo pieno), non era sufficiente e non lo acquistano ma ok questo è legittimo.
10 minuti e la scena si ripete con un tappeto reparto di un collega
15 minuti stessa scena con una zuppiera e lì il mio sguardo si fa eloquente
Altri 5 minuti e un'altra di loro arriva a chiederlo per una giacca.
Spazientita faccio presente a un tono nel quale potesse dirmi tutta la clientela circostanze :"siamo a NOME NOTO, non facciamo sconti e voi per 4 articoli che volevate comprare avete chiesto 4 sconti"
Si allontanano dalla cassa tornando a vagare per il negozio alla ricerca di colleghi più "buoni" che avevo già avvisato dei soggetti. Resasi conto di non ottenere il risultato sperato , la più agguerrita si gira guardandomi, e come a volermi fare dispetto mette la zuppiera in tutt'altro luogo da quello in cui si trovava.
Faccio per andarla a rimettere (la zuppiera) nel suo reparto, ma era scomparsa...
Torno al bancone ed eccola lì sulla cassa tra le mani rugose di colei che non sapevo sarebbe stata il mio orgoglio, non sono la sola però a vederla la vede anche lei, la nostra scontatrice guerriera che con veemenza approccia l'anziana e afferma che lei stava per comprare la zuppiera.
Serafica, con la zuppiera saldata alle dita adunche:" lei l'ha mollata su un tavolo, se ne è andata ora È MIA" con un tono così perentorio che l'altra non ha potuto fare a meno di dissolversi a capo chino. In tutto questo io sono tornata dietro il bancone passando fra loro e dichiarando il mio amore all'anziana donna che ha evitato il mio tracollo nervoso