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La schedina


La testimonianza di Sara la tabaccaia.

Sono in un periodo molto rilassato della mia vita.

Ho qualche problema, come tutti, ma sto cercando di godermi il meglio.

A lavoro, ultimamente , è molto raro incrociarmi arrabbiata o poco paziente. Però esiste una categoria di persone, che nonostante tutto, riesce a farmi uscire di brocca: chi crede di aver vinto di più.


Ecco a te 23 euro. Hai vinto!”

“Ah, no! Io ho vinto di più”

Quella frase proferita con straordinaria maleducazione spalanca in me le porte dell’ inferno. Perché so già come si evolverà la situazione. L’escalation sarà, di lì in poi, rapida e parecchio dolorosa.


Se il cliente è gentile ci penserà su, farà i suoi calcoli in tranquillità e userà ogni centimetro del materiale che metto a disposizione in questi casi.

Se poi non è perfettamente convinto, farò in modo di dare ulteriore dimostrazione della veridicità delle mie parole.

Ci si saluta in civiltà e fine.


Ma se il cliente non segue questa civilissima procedura io non mi fermo ad “ ammirare “ i pensanti cancelli spalancati davanti al mio muso. Io ci entro dentro con tutti e due piedi. Mi va il sangue Al cervello.

E devo per forza attivare la procedura B, pur sapendo che da lì in poi, per la prossima mezz’ora non perderò solo la pazienza e la dignità ma anche il pomeriggio di lavoro.

Il piano B consiste nel coinvolgere un testimone a caso. “ Cosa leggi nello schermo?”

“23!”


Ecco, potrebbe anche finire lì. POTREBBE. Potrebbe !

Ma invece no, si va avanti. “ IO NON HO VINTO 23 EURO! Cambia lavoro gioia. Fammi vedere la schedina. La schedina, la schedina, la schedina!!!!!”

“Et voilà, la schedina è servita. Che faccio la passo??????????? La passo per l’ ennesima volta?? Ok, passiamola!!!!!!!!!!!”


A quel punto il mio tono é parecchio incazzato che anche il mio corpo non risponde più. Trema, non di paura ma di RABBIA. E Anche la vocina che dovrebbe provare a calmarmi si è nascosta.

“CERTO CHE LA DEVI PASSARE!!!!!!!” Asserisce la “ povera “ presunta vittima.

Passo di nuovo : VENTITRÉ EURO. VENTITRÉ.

“ noooo non è così “


E allora ricominciamo da capo: richiamo il testimone al banco, mostro la scheda in ogni minimo centimetro e ripasso. Prontamente fotografo il monitor utilizzato da me e rimostro la foto prima al testimone e poi alla furbona.

Quant’ è, chiedo alla testimone : “ l’ età del cristo meno 10”

“AH SI? “ penso io “ saranno mica VENTITRÉ FOTTUTISSIMI EURO? “

Si lo erano, ma la tizia non aveva gli occhiali con sé.


Non poteva verificare di persona. Scopro con gioia che mi sarei presto liberata dall’ incombenza quando sento, come un favore, pronunciare la seguente frase:

“LASCIA STARE VA BENE COSÌ”

Mi avrà graziata nella sua infinita bontà o si sarà resa conto di aver fatto una gran figura di merda?

Questo non è dato sapere.

Quello che so è che ho passato tutto il resto della giornata a bestemmiare.

Scusate lo sfogo , ma desideravo placarmi prima del riposo notturno.


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