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La locanda del cugino (pt1).

PRENDETELA SUL RIDERE . rubata ammiocuggino

- Buongiorno oste vorrei garantito lo accesso alla vostra locanda per me, la mia consorte Annibalda e il piccolo Tancredi


- Saluto voi, messere, ma prima di entrare presso lo mio locale dovete mostrarmi il verdepasso

- Giammai!

- Come ben sapete l’editto siglato dalla maxima auctoritade Marius Draconis prevede voi

dimostriate attraverso la certificazione color di foglia l’avvenuta guarigione dalla pestilenza o l’attestazione che il cerusico ha su di voi applicato le curative mignatte

- Nessun cerusico applicherà quelli demoniaci strumenti su la mia persona o sui mie cari, non lo sapete forse che lo governo con tali perfidi gingilli controlla tutti i sudditi attraverso il penta-gi?


- Messere mi pare che l’estiva calura abbia recato danno allo vostro cerbello che, mi sia consentito, probabilmente funzionava a guisa di membro canino già da prima

- Tu non sei un oste, sei un servo dello dimonio e della magnafarma, chi ti dà i suoi sesterzi, presso quale padrone sei schiavo?


- Messere, col vostro vacuo favellare avete ridotto il mio nobile glande a guisa di carota tagliata alla giulianica maniera, se non vi levate di torno il cerusico anziché applicarvi le mignatte dovrà estrarvi questo grosso bastone dal buio pertugio.

- Lei è un villano, recensirò sullo trippoavvisatore la sua locanda con una sola stella quanto è

vero che la terra è piatta, vado a spendere i miei sesterzi presso ben più illuminati esercenti che come me si informano sulli liberi editti. Annibalda, andiamo, Tancredi dobbiamo applicare ulteriore bicarbonato su quel bubbone, si sta facendo purulento!

-spero di non rivederla mai più è incredibile che certa gente ragioni in cotesta maniera alle soglie del mille e cinquecento.


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