CLIENTE/PAZIENTE ATTO TRE:
CLIENTE/PAZIENTE ATTO TRE:
Papà è molto peggiorato (sarà la causa, o la conseguenza del divorzio voluto dalla moglie?), non cammina più e si agita nel sonno, abbiamo bisogno di un'assistenza notturna e di qualche consiglio per migliorare la situazione... desideriamo che ci mandi le foto di una consegna che scriverà su questo quaderno, abbiamo creato un gruppo su whatsapp...
Fissiamo le notti, fissiamo il prezzo, parte l'assistenza. Dopo la prima notte scrivo le mie valutazioni, compresa la necessità di un letto articolato con spondine e di un sollevatore, per facilitare il posizionamento del paziente e ridurre al massimo il rischio di cadute.
"Ma tanto non c'è lì lei? Cosa la paghiamo a fare?"
Spiego loro che non sono Superman, e che quelle attrezzature - a beneficio del padre - non le pagherebbero niente se telefonano alla Vidas o alla Lega Italiana per la lotta contro i tumori (nessuno mi sta pagando per fare pubblicità, e non è necessario avere un tumore).
Neanche lo "sbatti" d'andarle a prendere: te le portano, te le montano, ti spiegano come funzionano, e quando non ti servono più vengono a portarsele via.
Loro mi dicono si si va bene, con un 'fare' che sembrava volermi condir via. Durante la settimana ho chiesto una volta se avevano telefonato per il letto: "Finora le notti sono state agitate ma senza conseguenze; tuttavia è meglio attrezzarsi". Mi rispondono rassicurandomi.
Una notte torno dal bagno (ho anch'io le mie esigenze fisiologiche) e trovo il paziente per terra. Invece di aiutarlo a rialzarsi come mi chiede, chiamo il 118 e avviso i figli. Una figlia
arriva prima del 118: "Perchè non ha aiutato papà a rialzarsi? Non si è fatto niente non vede? Non c'era bisogno di chiamare il 118..."
Conoscendo ormai i soggetti mi limito a dire che non l'ho rialzato perchè da solo non riesco. Intanto che la figlia mi lancia polemiche e frecciatine, tra le continue frenetiche telefonate all'altra sorella e al fratello, arrivano i lettighieri.
Chiedono subito se il paziente è stato aiutato ad alzarsi. La figlia risponde un NO seccato fissandomi carica di rimprovero, io dico tranquillamente no, nessuno l'ha aiutato e anzi, ho fatto in modo che nessuno lo toccasse.
Il lettighiere mi fa "Ok bene, bravo", mi stringe la mano e mi sorride; poi li aiuto a sollevare il paziente con una barella a cucchiaio; lo legano come un salame su un'altra barella e lo portano a sirene spiegate al pronto soccorso per fare le lastre.
E tutti gli altri, muti.