CLIENTE/PAZIENTE ATTO DUE:
CLIENTE PAZIENTE ATTO DUE:
Questa sera come vede ho la flebo. Il dottore mi ha trovato la polmonite. Poi però potrà darmi le solite pastiglie. Preferisco prenderle dopo la flebo però. Può togliermela lei quando è finita?
(io): meno male, le avete procurate, l'altra volta erano finite (e gliel'avevo detto). Certo, gliela tolgo io, non c'è problema, è il mio lavoro.
Al termine, rimuovo quindi la flebo e chiedo dove sono le pastiglie. Il paziente dice alla moglie di portarle, e lei mi porta delle fiale da iniettare. Dico subito che la prescrizione medica parla di pastiglie.
Paziente e moglie obiettano che si tratta dello stesso farmaco, spiego loro che per me una prescrizione medica è altamente vincolante. "E adesso come facciamo, che il medico non c'è?" "Gli chieda di autorizzarmi con un SMS", gli dico io.
Paziente e moglie si alterano ("Figuriamoci se disturbo il Dottore per queste cose mentre è fuori a mangiare al ristorante con la sua famiglia", "Figuriamoci se va bene un SMS") e senza mezzi termini arrivano a darmi del coglione.
A questo punto dico loro che, o abbassano la voce e moderano i termini, oppure me ne vado immediatamente, perchè non sono uno dei loro figli e non ammetto un linguaggio o un trattamento simile.
Funziona: si "spengono" e ottengono un SMS di autorizzazione, che il Medico invia direttamente sul mio telefono.
Pratico l'iniezione, tutti vanno a nanna. Nel cuore della notte sopraggiunge una delle figlie del paziente: senza che me ne accorgessi, le ha telefonato lui, che adesso le dice "Non voleva farmi la puntura, mi ha fatto disturbare il medico" e cose così.
La figlia (commercialista): "Lei è infermiere e non sa fare una puntura? Ma come, ci riesco io che non è il mio lavoro...."
(io, asciutto): "l'iniezione gliel'ho praticata quattro ore fa."