Amara verità.
Per tutte le volte che vi sedete senza neanche rivolgerci un saluto e che, sedendovi, vi aspettate di essere serviti non come clienti, ma come padroni.
Per tutte le volte in cui, la sera, il mio contapassi segna dieci chilometri in due ore e quasi
40°C senza che voi lo sappiate.
Per le volte in cui ingoio il dispiacere di non essere apprezzata, rispettata, considerata, per il lavoro che faccio.
Per quelle volte in cui mi adeguo, accetto e lascio scorrere le brutte parole e gli sguardi
onnipotenti.
Ad ognuna di queste cose, dedico le mie mani non più femminili, le mie dita bruciate sotto i piatti roventi, la pelle che cade e i calli dell'abitudine.
Ai camerieri che vi servono il pranzo,
ai baristi che vi preparano il caffè,
alle donne che vi puliscono i bagni,
ditelo un grazie ogni tanto,
che in questa vita, ricordatevi,
nulla ci è dovuto.
- D.U.